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SCHEDA
CITAZIONE Monstrosity sono un gruppo americano di death metal/brutal death metal di Tampa formatosi agli inizi degli anni 90.
I Monstrosity vengono fondati nell’agosto del 1991 da Lee Harrison alla batteria, Mark Van Erp al basso, George ‘Corpsegrinder’ Fisher alla voce, Jason Göbel (dei Cynic) e Jon Rubin alle chitarre. La prima testimonianza su demo, Horror Infinity del 1991, gli fa guadagnare il contratto per l’allora nascente Nuclear Blast, sotto la quale la band registrerà il primo album Imperial doom nel 1992. Questo disco fa parte della prima ondata death metal proveniente dalla Florida, registrato ai Morrisound Recording sotto l’egida del produttore Scott Burns. I suoni sono pesanti e lancinanti, la sezione ritmica (delle menti compositive Van Erp/Harrison) tecnica ed efficace, le vocals di Corpsegrinder maligne e gutturali.
Lo scenario che il gruppo ci pone davanti è sicuramente orrorifico e spettrale, e nondameno lo è la copertina del disegnatore americano Dan Seagrave. Il disco inoltre riesce ad emergere bene dal calderone death metal, intasatissimo negli anni tra il 1992 ed il 1994; ma nonostante la bontà della proposta, i Monstrosity fanno perdere le proprie tracce. E’ solo nel 1996 che il gruppo viene rimesso in sesto dal batterista e leader Lee Harrison che, richiamato a se il cantante ‘Corpsegrinder’ (diventato membro dei Cannibal Corpse dopo l’abbandono di Chris Barnes), registra Millennium, nel quale sono presenti composizioni death più tecniche ed elaborate. Nel 1999, con una line-up ancora una volta rivoluzionata, la band registra ‘In dark purity’ che affiancherà al pattern death metal, forti influenze thrash derivanti dagli Slayer. Il gruppo andrà in tour con Dimmu Borgir e Samael in Stati Uniti e Canada e sarà headliner al ‘Fuck the Commerce’ festival in Germania.
Nel 2001 l’etichetta olandese Hammerheart Records immette sul mercato la raccolta Enslaving Masses che include il demo Horror Infinity, alcuni remixes dell’album di debutto ed un completo live set. Gli ultimi due album Rise to power (2003) e Spiritual Apocalypse (2006) vedono il gruppo svoltare su territori ancora più complessi e tecnici ma risultando anche prolissi ed in molti frangenti lenti.
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