In Tormentata Quiete, Symphonic black/Gothic metal italiano

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~Noemi_ in the forest
view post Posted on 27/1/2009, 22:12




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Tutto comincia nel poco lontano 1998 da una comune idea di Antonio Ricco (tastierista) e Lorenzo Rinaldi (chitarrista) magnificamente supportati dalla volontà di creare un genere innovativo che assembli la melodia e la passione della musica popolare italiana con la potenza del metal estremo.
Le prime bozze di quei brani, ora facenti parte del concept de "I tre attimi del silenzio", vengono a crearsi grazie al solo utilizzo di un pianoforte e di una chitarra acustica. Successivamente viene contattato Francesco Paparella (batterista) e nello sfondo musicale bolognese si forma la giovane entità chiamata "In Tormentata Quiete". Marco Vitale (vocalist), aderisce al progetto dando così una voce alle espressioni già create ed infondendo nei brani quella teatralità necessaria per renderne ancor più unico e sublime il suono. I quattro musicanti concordano sull'idea di aggiungere un' altra voce, una voce possente, melodica che allo stesso tempo si allontana dagli stereotipi musicali estremi. A ricoprire questo ruolo è Giannico, bravo cantante di musica leggera, che diviene membro effettivo del gruppo. Con l'arrivo di Francesco (bassista), i contrasti tra la luce abbagliante della melodia e l'oscurità dell'estrema intransigenza musicale divengono netti ed allo stesso tempo ben amalgamati.
Il gruppo è ora più stabile e decisamente pronto per affrontare le prime registrazioni.Gli "In Tormentata Quiete" entrano nei "Fear Studio" di Alfonsine (RA) dove nasce "I tre attimi del silenzio", la prima incisione, dove arrangiamenti di chitarra battente (strumento tradizionale della zona Garganica) scandiscono melodie legate a tradizioni agro-pastorali unendoli a rocciose e penetranti architetture metal.
Purtoppo la band si trova ad affrontare un momento di profonda crisi, Francesco (bass) e Giannico lasciano il gruppo per gravi problemi personali. Inizialmente si uniscono agli ITQ Marta Meloni (alla voce), Matteo Grazzini (Basso) e Riccardo D'Andrea (chitarra), ma purtroppo l'ambiente non è ancora sereno e Matteo e Marta, sebbene abbiamo dato tanto al gruppo, sono costretti a lasciare gli ITQ condizionati da sfavorevoli circostanze esterne. Ma i tempi peggiori sono passati e nella primavera del 2003 entrano a far parte del gruppo le due voci Sara Tenaglia e Giovanni Notarangelo. Con il loro arrivo il gruppo raggiunge una piena stabilità e gli ITQ possono esordire anche in sessioni live preparandosi nello stesso tempo alla creazione del futuro primo album.
Nel novembre 2003 gli ITQ ritornano ai Fear Studio per incidere il primo album, “In Tormentata Quiete”, e saranno impegnati fino a Maggio del 2004, quando il progetto avrà ormai preso la sua forma definitiva. Un importante contributo all’impresa è stato offerto da GB Giorgi, a cui siamo grati per averci offerto il suo talento per incidere le parti di basso.
Successivamente il ruolo di bassista viene assunto da Maurizio D'Apote e gli Itq sono nuovamente pronti per esibizioni live in tutta la nazione.
Il convivio tra due semplici estremi a livello musicale, delicata melodicità e potenza distorta, è quindi fin da principio il terreno edificante dove la musica degli "ITQ" ha messo le proprie radici, volendo simboleggiare la continua, infinita e persistente duplicità che impregna, così come l'uomo anche l'universo tutto. Stabilendo questo schema simmetrico naturale gli "ITQ" riescono a trasmettere forti pulsioni interiori, direttamente comunicabili a qualsiasi persona voglia di buon grado rendersi omaggio di un grande dono: l'emozione estatica pura al 100%.


Musicanti
VOCI:
Marco Vitale, Giovanni Notarangelo

CHITARRE:
Lorenzo Rinaldi

BASSO:
Maurizio D’Apote

TASTIERE:
Antonio Ricco

BATTERIA E PERCUSSIONI:
Francesco Paparella


Fonte: sito ufficiale del gruppo


Recensione sul loro omonimo album
Tradizione popolare, melodie dolci e suadenti, vigore e potenza del metal estremo; questi sono gli ingredienti che plasmano il suono degli In Tormentata Quiete. Il gruppo bolognese, qui al secondo lavoro, primo uscito per la nostrana Dawn Of Sadness, è riuscito a modellare una musica davvero sui generis, dal gusto tipicamente italiano, per la lettura attenta della nostra tradizione e per la personalità che dimostra in tutti i 46 minuti di quest’opera. Della tradizione emerge sia la profondità dei retaggi antichi che l’espressività del folklore popolare, in una musica che sembra poggiare le basi su arditi contrasti.
Le nove stazioni di questo album mostrano un gruppo molto sicuro della propria creazione, che non ama attardarsi seguendo stilemi di precisi generi, ma che sa spaziare molto abilmente in soluzioni fra loro eterogenee in un’unione piuttosto intrigante. Da brani che sprofondano nella tradizione più autoctona, come in quello di apertura “La Realtà”, si passa con naturalezza e armonia in soste malinconiche e liriche, come la suadente “Nel Regno Dell’Evo”, per inoltrarsi in pezzi più acidi e veloci, quale “Albero”. A rendere questa musica ancora più genuina e nostrana collabora poi la scelta dell’italiano come lingua cantata, lingua che qua è resa in tutto il suo carattere fluente e drammatico (soprattutto nell’energica, ma angelica voce di Sara Tenaglia), ma sperimentata anche nella veste più sprezzante dello scream, spesso alternato al candore del suono pulito (di Giovanni Notarangelo). Da lodare anche la professionalità con cui tutta l’opera sembra esser stata concepita, dalla realizzazione più esterna, la grafica, giocata anch’essa su forti contrasti; alla registrazione di tutto l’album, così buona da rendere molto nitido un lavoro strutturalmente abbastanza complesso per l’intrecciarsi continuo di elementi diversi; fino ai testi, di natura esistenziale.
Gli unici paragoni potrebbero essere azzardati con altre realtà italiane, per la teatralità sprigionata da una musica giocata su contrapposti di toni amari e teneri, di violenza e di dolcezza, quali hanno saputo fare Ensoph (la cui proposta è però diversa e orientata sul gotico) o i siciliani Inchiuvatu (che rifacendosi ad un’altra tradizione, poggiano su elementi comunque lontani dai nostri). Niente confronti quindi, gli In Tormentata Quiete sanno distinguersi proprio in questa unicità di proposta, che già negli esordi sa essere ispirata, vigorosa, e tramite di sensazioni mutevoli.
Un lavoro da supportare e che può far sperare positivamente per il futuro di questa band.
In Tormentata Quiete, la tragedia improvvisa nella costante quotidianità della vita. Da provare.

Sito ufficiale italiano
http://www.intormentataquiete.net/body/italiano.htm
 
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